Ieri il Presidente Ance Roma – ACER, Nicolò Rebecchini è intervenuto all’incontro “Roma città interrotta”. Un incontro, organizzato da Partito Democratico Roma e da Partito Democratico Lazio, per confrontarsi sui piani di edilizia residenziale pubblica e sulla periferia romana.
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Al minuto 52’:38”, l’intervento del Presidente dei costruttori romani: https://www.facebook.com/pd.lazio/videos/609807162992185
Per Rebecchini: “La situazione nelle nostre periferie è quella che è e non possiamo nascondercelo. Sono stati fatti tanti errori, sia dal sistema imprenditoriale che politico ma molto è cambiato, soprattutto con le recenti novità normative. Oggi la Regione Lazio ha preso decisioni importanti, con l’istituzione del fondo di rotazione che permetterà il completamento di opere di urbanizzazione in piani già abitati e già vissuti. Quadranti che non possono più e non devono restare ai margini della città. Sono spazi a cui ora come non mai va riconosciuta una dignità sociale e storica, che ricordi – anche solo lontanamente – lo spirito della borgata che una volta era centro di aggregazione e di ritrovo”.
“Oggi, a Roma c’è un problema urbanistico. Il piano regolatore sconta troppi limiti. Sono passati vent’anni dalla sua impostazione e oltre dieci dalla sua entrata in vigore e quei principi che lo hanno ispirato sono fuori tempo, superati. Faccio l’esempio delle Centralità, ormai superate, e dei Print, idea antesignana della rigenerazione urbana che hanno però mostrato forti limiti applicativi per poterli usare e modificare così quei quadranti. E poi la mobilità, il problema del ferro. Affrontiamo le difficoltà endemiche di questa città e guardiamo alle nuove esigenze che gli anni che stiamo vivendo ci richiedono. La rigenerazione è il mezzo, non il progetto di visione che serve. Mediante la riqualificazione e la sostituzione edilizia si possono ottenere grandi risultati. Ma ricordiamoci: dobbiamo portare a casa il progetto ambientale, nato nel ’97 con la Variante delle Certezze e completato con questo piano regolatore. I parchi previsti, ancora non sono completati. Guardiamo le esigenze e diamo nuovi indirizzi: liberiamoci dalle grandi e piccole incompiute, ridistribuiamo le previsioni edificatorie delle centralità, investiamo in housing sociale e che l’interesse pubblico prevalga su qualsiasi altro interesse” ha sostenuto il Presidente dei costruttori romani.
“Roma deve uscire dall’immobilismo e deve ritrovare la sua dignità nazionale. I prossimi nove mesi saranno fondamentali per stabilire come impostare il futuro. Di certo non possiamo far diventare Roma una città industriale. Roma ha le sue peculiarità: cultura, turismo e servizi. Dobbiamo lavorare su questo e su questo dare linee di indirizzo forti. Chiediamo uno sforzo a tutte le forze politiche e siamo pronti a collaborare con Regione, Comune e Governo, purché ci sia una degna attenzione per la Capitale” ha concluso Rebecchini.