La Banca d’Italia ha pubblicato il 13 novembre l’aggiornamento congiunturale sull’economia del Lazio.
La crisi pandemica iniziata nei primi mesi dell’anno si è riflessa severamente sull’economia della regione. Nel primo semestre del 2020, l’attività economica nel Lazio si sarebbe contratta di 10,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Secondo le previsioni della Svimez, nel 2020 il PIL del Lazio diminuirebbe poco meno della media italiana. Le valutazioni di Unindustria, basate su dati Cerved, indicano che in regione il calo del fatturato delle imprese nel 2020 sarebbe sostanzialmente analogo a quello medio nazionale.
Gli effetti della pandemia si sono dispiegati sui ricavi delle imprese nella larga maggioranza dei comparti, ma sono stati più severi per gli alberghi, i ristoranti e gli esercizi commerciali al dettaglio. Nell’industria sono calate le esportazioni, mentre segnali positivi sono emersi per il settore edile, anche grazie alla ripresa delle opere pubbliche. In base al Sondaggio sulle imprese delle costruzioni, il 74% delle imprese che realizzano opere pubbliche hanno registrato un fatturato in aumento (dal 24% del 2019).
Il calo della domanda e le incerte prospettive di ripresa si sono riflessi sui programmi di investimento delle aziende, che sono stati ulteriormente rivisti al ribasso.
Nella prima parte dell’anno, la domanda di credito delle imprese, in aumento a causa dell’ingente fabbisogno di liquidità emerso con l’emergenza sanitaria, è stata soddisfatta grazie a condizioni di offerta più distese, favorite dalle misure governative (moratorie e garanzie sui nuovi prestiti) e dall’orientamento più espansivo della politica monetaria. La crescita dei prestiti è stata ampia per tutte le dimensioni aziendali; per le imprese maggiori l’aumento ha riflesso anche alcune operazioni straordinarie di grandi gruppi pubblici e privati.
Nel mercato del lavoro l’occupazione è calata dell’1,4 per cento – in misura più marcata nei comparti dei servizi commerciali, dell’alloggio e della ristorazione – nonostante il blocco dei licenziamenti e il
La diminuzione delle compravendite immobiliari ha influito sui flussi di nuovi mutui, in riduzione rispetto al primo semestre del 2019. Il mutato clima di fiducia delle famiglie e il calo dei consumi di beni durevoli e di quelli non essenziali si sono riflessi sulla dinamica dei prestiti al consumo che hanno notevolmente rallentato. Le condizioni di accesso al credito per le famiglie sono rimaste nel complesso distese.
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