5104 stazioni appaltanti e 217 operatori economici – rispondendo ad un’indagine realizzata da Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Confindustria, Ance e Luiss – hanno fornito una vera e propria radiografia delle difficoltà del sistema dei contratti pubblici nel nostro Paese.
Emerge un giudizio critico sul Codice dei contratti pubblici del 2016 che risulta di difficile applicazione, che ha rallentato la realizzazione degli investimenti pubblici e che ha aggravato gli adempimenti burocratici.
Anche il decreto sblocca cantieri non sembra aver risolto le principali criticità normative preesistenti (lo pensa l’81% dei Responsabili unici del procedimento, Rup, più giovani e le percentuali scendono al salire dell’età, fino a un comunque robusto 62% nella fascia dei più anziani).
Perplessità anche sulla normativa anticorruzione: solo il 13 % dei Rup che hanno un ruolo di direttore/dirigente apicale la ritiene utile e rispondente ad esigenze di trasparenza.
Rispetto al grado di criticità delle varie fasi del ciclo dei contratti pubblici l’attenzione dei Rup si concentra su gara e aggiudicazione.
Tra le misure che potrebbero far funzionare meglio il sistema gli oltre 5000 Rup consultati indicano una razionalizzazione del numero delle stazioni appaltanti e secondo le 217 imprese è fondamentale un percorso di qualificazione e professionalizzazione delle stazioni appaltanti.
Sintesi