Si è giunti ormai al ventesimo Rapporto sul mercato residenziale, dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (OMI), con la collaborazione dell’Associazione Bancaria Italiana per l’elaborazione dell’indice di affordability.
Il 2020, complessivamente, si chiude con circa 558 mila abitazioni compravendute (NTN) pari a un calo di quasi l’8%, circa 46 mila unità in meno rispetto al 2019.
Si interrompe così, bruscamente, la crescita dei volumi di compravendita che proseguiva dal 2014 con un tasso di crescita medio annuo attorno al 7,5%. L’andamento dell’indicatore dell’intensità del mercato, l’IMI, segue essenzialmente le compravendite, evidenziando una perdita in tutti gli ambiti territoriali nel 2020; l’analisi delle serie storiche mette in risalto la progressiva risalita dal 2014 fino al 2019, trascinata dalle compravendite nei comuni capoluogo, dove però il mercato ha mostrato i cali più forti nel 2020.
I dati relativi al fatturato calcolato per l’anno 2020 mostrano una stima complessiva che ammonta a poco più di 89 miliardi di euro, in calo dell’8,7% rispetto al 2019 (circa 8,5 miliardi di euro meno del precedente anno). Quasi il 58% del fatturato riguarda acquisti di abitazioni ubicate nelle aree del Nord, oltre 51 miliardi di euro, circa il 25%, quasi 22 miliardi di euro, sono riferiti ad abitazioni compravendute nel Centro e i restanti 16 miliardi di euro, il 18% del totale nazionale, nel Sud e nelle Isole.
La rilevante contrazione delle compravendite di abitazioni nel 2020 (-7,7% a livello nazionale; 45.000 acquisti in meno rispetto al 2019) si riflette in tutte le regioni italiane. Basilicata (-13,4%) e Campania (-11,2%) sono le regioni in cui si possono osservare i maggiori cali di NTN; Marche ed Abruzzo sono, di contro, le regioni con le perdite meno forti, con rispettivamente -2% e -4,7%. Lombardia, Lazio, Puglia e Toscana presentano cali intorno all’8%, il Veneto perde il 7%, in Piemonte ed Emilia Romagna la riduzione è intorno al 6%.
I dati delle compravendite relativi alle otto principali città italiane confermano, senza eccezioni, rilevanti contrazioni delle compravendite di abitazioni nel 2020, rispetto alla precedente annualità, che nel complesso superano il 13%. Milano, che nel 2019 aveva mostrato, tra le grandi città, l’incremento di transazioni più rilevante, nel 2020 riporta il maggiore calo del NTN (-17,6%), seguita da Bologna, Firenze e Napoli. A Genova e a Roma, anche se tra le grandi città quelle con i cali minori, gli scambi diminuiscono di circa il 10%.
Per il calcolo dell’indice di affordability a livello regionale si utilizzano i prezzi, le metrature delle abitazioni e il livello del reddito disponibile familiare propri di ciascuna regione.
Le due principali regioni dell’Italia Centrale (Lazio e Toscana) si collocano nei primi cinque posti della classifica; b) la Campania e la Sardegna sono le due regioni più care tra quelle meridionali; c) in generale, le quotazioni immobiliari a livello regionale risentono in maniera significativa della presenza dei grossi agglomerati urbani (è soprattutto il caso del Lazio, della Campania e in parte della Lombardia), dell’attrattività turistica della regione (Trentino Alto Adige, Liguria, Toscana, Valle d’Aosta e Sardegna in primis) e del particolare pregio del patrimonio edilizio (Lazio e Toscana).