Diminuisce il volume degli investimenti nel Commercial Real Estate in Italia. Nei primi sei mesi del 2021, secondo il Real Estate Market Outlook 2021 di CBRE, si registra un calo del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Chiude il semestre con un volume pari a 740 milioni di euro investiti, in forte contrazione rispetto ai primi sei mesi del 2020. I ritardi causati dalla situazione Covid-19, uniti a un costo di financing più elevato e alle maggiori incertezze sul futuro degli uffici, hanno portato a richieste di repricing e a un calo del numero delle transazioni.
Ciò nonostante, gli esperti si aspettano che il 2021 chiuda con volumi di transazioni non lontani da quelli del 2020.
Continua a consolidarsi e prosegue la sua crescita: i volumi di investimento sono più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi a quota 620 milioni di euro. Il mercato attrae anche investitori non specialisti del segmento, alla ricerca di nuovo prodotto che stanno inoltre iniziando ad ampliare il proprio raggio d’azione, valutando anche il mercato infrastrutturale, segno della sempre maggiore diversificazione e stratificazione dell’asset class.
Chiude il semestre a quota 510 milioni, in linea rispetto allo stesso periodo del 2020. Le attenzioni degli investitori si concentrano su operazioni value-add e opportunistiche, ma trovano riscontro anche i trophy asset. L’effetto Covid-19 ha riportato nei radar degli il segmento resort investitori, non più considerato come rischioso in quanto stagionale. Le performance alberghiere mostrano segni di ripresa, soprattutto in città come Venezia e Milano; più lento invece il recupero in mercati quali Roma e Firenze, fortemente trainati dalla domanda americana, ancora pressoché assente.
Consolida la sua posizione chiudendo il semestre con un volume investito pari a 300 milioni di euro. L’asset class potrebbe, nei prossimi anni, assumere una posizione di rilievo nel mercato, competendo con i settori che da sempre trainano gli investimenti real estate in Italia. Il mercato è per adesso concentrato quasi esclusivamente su Milano, dove la mancanza di prodotto sta spingendo gli investitori verso attività di sviluppo sia nei grandi comparti di rigenerazione urbana sia tramite iniziative più granulari nel tessuto urbano consolidato, sconfinando talvolta nel primo hinterland se ben collegato.
Gli altri segmenti del Living, come lo Student Housing e il Senior Living, continuano ad attrarre l’interesse di investitori più specializzati, che propendono per iniziative value-add, ma restano molto selettivi in termini di location.
Con un totale di 250 milioni di investimenti, mostra ancora un’attività piuttosto lenta. Sono state registrate transazioni di dimensioni più contenute e principalmente nel settore high street che continua ad attirare l’attenzione di investitori istituzionali core, anche se l’interesse si concentra soprattutto su asset mixed-use, dove la diversificazione delle funzioni, soprattutto uffici e retail, consente un migliore bilanciamento del rischio sull’investimento.
Nessun problema per la logistica, che ottiene condizioni molto favorevoli, e per il Residenziale. Per gli uffici la liquidità si concentra sui trophy asset, più complessa la situazione in location secondarie. Nel Retail, condizioni accettabili per supermercati e GDO, più difficile rimane invece il finanziamento sul segmento centri commerciali. Il settore Hotel sembra riscontrare difficoltà principalmente nel rifinanziamento, più fluida invece la situazione sul fronte development o resort.
La presenza degli investitori stranieri è tornata alle percentuali medie pre-emergenza sanitaria, con il 68% sul totale degli investimenti, dopo il calo registrato nel corso dello scorso anno.