Secondo un recente studio Milano si piazzerebbe al 37° posto, seguita poco dopo da Roma.
Il concetto di smart city sta entrando rapidamente nel linguaggio comune, se vogliamo anche più velocemente di quanto, nella realtà, le nostre città stiano diventando effettivamente “intelligenti”.
Del resto, non è nemmeno facile quantificare il livello smart raggiunto da un centro abitato perché sono davvero molte le variabili in gioco. Anche per questo va dato merito al recente studio “Cities of the Future”, realizzato da Easy Park Group, che prendendo in considerazione vari fattori di valutazione giunge, appunto, a una misurazione complessiva con tanto di classifica mondiale delle città in base al livello raggiunto in tema di sostenibilità e innovazione tecnologica.
E in un’annata che ha visto l’Italia primeggiare nell’ambito sportivo, diciamo subito che in tema di smart city c’è ancora tanta strada da percorrere rispetto a coloro che detengono la leadership. Infatti, prendendo in considerazione la graduatoria relativa alle aree metropolitane con più di tre milioni di abitanti, sono soltanto due le realtà italiane presenti nella lista delle migliori cinquanta, peraltro in posizioni di retroguardia. Si tratta di Milano, collocata al 37° posto, e di Roma, posizionata poco più in là, al 40° posto della classifica. In testa si trovano invece due grandi aree metropolitane come quelle di Londra e New York, seguite da San Francisco, Singapore e Berlino. Ed ancora, a completare la top ten ci sono Rotterdam, Seattle, Seul, Washington DC e Manchester.
Per condurre lo studio ci si è concentrati su quattro macro aree che indicano quanto sia intelligente e sostenibile una città. La prima area valuta la vita digitale degli abitanti di una città, esaminando la presenza di strutture educative tecnologiche di livello mondiale, nonché i sistemi di innovazione sanitaria e la quantità di tecnologia adottata dalla città a livello individuale e governativo.
Nella seconda area l’innovazione della mobilità di ogni città è stata valutata tenendo conto della qualità dell’innovazione dei parcheggi, della gestione del traffico e di quanto sia green il trasporto.
È stata poi considerata (nella terza area) l’infrastruttura tecnologica aziendale di ciascuna città, con i fattori inclusi in questa categoria che vanno dall’innovazione aziendale all’incidenza dei pagamenti elettronici e della connettività Internet.
Infine, c’è l’ultima area, quella dell’impronta ambientale di ogni città, giudicata raccogliendo dati sulla sua risposta climatica e sulla gestione complessiva dei rifiuti, oltre che per la quantità di edifici verdi e la diffusione di energia rinnovabile.
Che per il nostro Paese ci sia ancora molto terreno da recuperare sul fronte delle smart city lo indicano anche altre due graduatorie, quelle che prendono in considerazione i centri abitati di più piccole dimensioni. Ebbene, nella classifica relativa alle aree metropolitane con una popolazione compresa tra 600.000 e 3 milioni di persone compare una sola città italiana, Bologna, collocata proprio al cinquantesimo posto. Situazione non dissimile nella graduatoria che elenca le aree metropolitane con una popolazione compresa tra 50.000 e 600.000 persone dove Pisa figura al 39° posto e Trento al 48° posto.