Scenari Immobiliari ha presentato il 39mo Rapporto “I fondi immobiliari in Italia e all’estero”. A livello mondiale Fondi e Reits sfiorano i 3.400 miliardi di euro nel 2021 (+3,7%). L’Europa pesa il 40% del patrimonio mondiale con 1.360 miliardi nel 2021 (+3,8%).
Il patrimonio mondiale dei fondi immobiliari e Reit sta chiudendo il 2021 con circa 3.400 miliardi di euro di valore del patrimonio, in crescita del 3,7 per cento rispetto ai dodici mesi precedenti.
In Europa, dove il numero dei veicoli è cresciuto di quarantacinque unità sfiorando 2.100 tra fondi e reit, questo patrimonio ha raggiunto un volume di 1.360 miliardi di euro (oltre 3,8 punti percentuali di incremento), con un peso di oltre il quaranta per cento di quello mondiale.
In Italia il patrimonio immobiliare detenuto direttamente dai 560 fondi attivi si stima raggiungerà i 105 miliardi di euro quest’anno, con un incremento del 4,8 per cento sul 2020 e le previsioni per il 2022 sono di oltre 110 miliardi di euro, con un numero di veicoli in crescita di trenta unità.
A livello di attrattività per gli investitori, complessivamente dall’inizio dell’anno si sono registrati investimenti in Italia nel settore immobiliare per 5,3 miliardi di euro, in contrazione rispetto allo stesso trimestre del 2020 di circa sette punti percentuali.
Le perplessità degli investitori, soprattutto in riferimento ad alcune asset class, inducono a stimare per fine anno un volume totale di 7,4 miliardi di euro, un dato rivisto ancora al ribasso rispetto ai dodici mesi precedenti di circa il dieci per cento, confermando il trend del 2020.
Il segmento degli uffici è condizionato dall’evoluzione in termini di domanda futura di spazi e dalla carenza di prodotto core. Il retail è schiacciato dalla spinta dell’e-commerce, esplosa durante l’emergenza sanitaria. Le high street sono state penalizzate dalla drastica riduzione del turismo internazionale e conseguentemente hanno esercitato poco appeal negli interessi degli investitori.
Nei primi sei mesi del 2021 il settore industriale e logistico, compreso il light industrial e i data centre, ha registrato quasi un miliardo di euro di investimenti, confermando l’attrattività del settore, tendenza già in atto a fine 2019 e consolidatasi durante il 2020. In termini numerici, gli investimenti del periodo gennaio-giugno 2021 sono a tutti gli effetti un record per il settore;
Fra gennaio e giugno 2021 i movimenti e gli interessamenti da parte delle società di gestione alberghiere per gli hotel della Penisola sono state numerose e hanno riguardato territori attraenti ma attualmente deboli perché basati su un’economia fortemente orientata al turismo.
In più località è in atto la riconversione di palazzi ad uso ufficio in strutture ricettive. Nonostante il perdurare della pandemia, l’anno in corso volge al termine con previsioni di interesse in crescita, soprattutto per gli investimenti opportunistici e per i trophy asset ubicati nelle prime location (Venezia, Roma, Firenze e Milano).
Il 2021 è un anno di transizione, in questi mesi e nei primi mesi del 2022 alcuni operatori adotteranno un approccio di attesa, altri continueranno, nel breve e medio periodo, a creare nuovi prodotti sfruttando il tempo a disposizione e la possibilità di riconvertire edifici esistenti, altri ancora si concentreranno su investimenti mirati a realizzare nuovi format, in vista di una ripresa più corposa degli investimenti tra la metà del 2022 e il 2023.
Per quanto riguarda la provenienza dei capitali, la quota più rappresentativa è costituita da investitori cross border, Stati Uniti in testa, seguiti da altri paesi europei; l’entità della componente domestica si conferma sotto il venticinque per cento. La geografia degli investimenti vede la concentrazione delle risorse impiegate nel nord Italia con Milano in prima posizione con un peso di circa il trenta per cento sul totale e Roma intorno al dieci.
Con riferimento all’asset allocation, gli uffici si confermano l’asset class preferita di un elevato numero di veicoli con un peso sul totale delle superfici del patrimonio gestito di oltre il quaranta per cento; il retail si conferma al secondo posto (sotto il venti per cento), ma continua ad essere indebolito dall’accelerazione verso l’e-commerce e dalla crisi innescata dalla pandemia. Continua nel 2021 l’interesse verso gli immobili residenziali e logistici, i due segmenti (sebbene in espansione) rappresentano solo un quarto delle superfici complessive delle masse gestite dai fondi immobiliari europei.