Il 5° Report OICE sulle gare con richiesta di produzione dei servizi tecnici in BIM evidenzia, dopo la crescita del 2020 (+17,2% sul 2019), che nel 2021 si è assistito ad un calo del 4,6% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente.
Nel 2021 sono stati pubblicati 534 bandi BIM; in valore si tratta di 360 milioni di euro, rispetto al totale di 2.133 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (il 16,9% del totale).
Una nota positiva è rappresentata dall’aumento del numero di capitolati informativi allegati ai disciplinari di gara: nel 2021 sono stati 111, pari al 20,8% del totale delle gare BIM, mentre erano stati 94 nel 2020, pari al 16,8% delle gare pubblicate.
Interessante anche il frequente richiamo negli atti di gara a figure quali i BIM Manager e i BIM Specialist, anche competenze certificate.
Sempre alta la premialità delle offerte BIM: 5,7% punti in media quando è relativa alla “professionalità” e quindi alle referenze citate dall’offerente per la valutazione qualitativa, e 8,2% punti quando afferente alla “metodologia” del servizio offerto.
Secondo l’Oice la scelta che è stata fatta con il decreto 77/2021, di rendere sostanzialmente facoltativo il ricorso alla progettazione BIM che diventa solo elemento premiale, risulta poco lungimirante anche perché nel PNRR si parla diffusamente di digitalizzazione e si destinano importanti risorse a questo tema fondamentale.
Allentare le indicazioni date negli anni scorsi significa da un lato dare un segnale in controtendenza rispetto alla necessità di modernizzazione e rinnovamento delle strutture tecniche delle amministrazioni e dall’altro rinunciare a processi virtuosi dal punto di vista qualitativo per la progettazione e l’esecuzione degli interventi, ma soprattutto per la gestione degli stessi, fase nella quale il Bim dispiega un’importanza forse anche maggiore rispetto alle precedenti.