Londra è prima di 100 città, seguita da Ginevra e Oslo. Questo il podio del rapporto internazionale stilato da Arcadis sulla base di uno studio comparativo dei costi di costruzione globali. Milano e Roma restano a metà classifica perdendo 6 posizioni ciascuna, ma rivelando un aumento dei costi di costruzione pari al 10% nell’ultimo anno.
La discesa in classifica significa dunque che l’incremento dei costi è stato meno veloce e meno forte rispetto a quello registrato da molte delle città americane, ad esempio, che hanno scalato la classifica aiutate anche dall’apprezzamento del dollaro (che è cresciuto in media del 5% in più rispetto alla maggior parte delle valute). Tendenze al rialzo anche in UK e Germania. Le ultime posizioni sono occupate da città asiatiche e indiane.
Lo studio di Arcadis mostra dunque, come i mercati occidentali registrino aumenti dei costi di costruzione a doppia cifra. In generale, le cause vanno ricercate in una combinazione di fattori – tra cui l’aumento dei costi dell’energia, la carenza di materiali e la disponibilità di manodopera – insieme all’elevata domanda settoriale, in particolare residenziale e industriale.
In Italia proprio il divario tra domanda e offerta ha trainato la ripresa, superando quella francese e tedesca, complici, se non principali responsabili, i vari bonus per le ristrutturazioni.
Di fronte alle continue carenze di materiali, l’efficienza e la produttività rimangono un must e dal report di Arcadis emerge esattamente come prodotti e soluzioni digitali siano fondamentali per affrontare la scarsità di risorse e ridurre gli sprechi, così come lo è l’attenzione all’intero ciclo di vita di un progetto rispetto al costo dei ritorni a breve termine. A questo proposito, nel settore edile sarà il design che più probabilmente subirà un processo di efficientamento e guiderà i prossimi investimenti in soluzioni innovative.
L’analisi di Arcadis è stata condotta prima dell’inizio della guerra in Ucraina, che continuerà ad impattare su carenze di materiali e idrocarburi, portando ripercussioni significative sui mercati globali delle materie prime e dell’energia, e una maggiore incertezza globale.
La sostenibilità, resta in cima all’agenda, le aziende devono adottare un approccio all’uso dei materiali basato sul concetto del “less is more” ponendo maggiore attenzione agli aspetti economici della progettazione e ai principi dell’economia circolare che contribuiranno a ridurre i costi e facilitare il conseguimento di obiettivi di sostenibilità sul più lungo periodo.
Seppur le condizioni di mercato incombenti non siano sfavorevoli, queste sfide presentano più che mai al settore una grande opportunità per portare avanti l’innovazione e consolidare la convinzione di poter fare di più con meno, riducendo così il nostro impatto e la dipendenza dalle risorse e dall’ambiente.