Nonostante la pandemia abbia impattato negativamente sul settore, il mercato hospitality in Italia si è dimostrato resiliente.
È quanto è emerso dal nuovo Rapporto sul Patrimonio Immobiliare Alberghiero, realizzato dal Dipartimento di Ricerca di WCG – World Capital Group insieme a PKF Hotelexperts hospitality group, in collaborazione con Nomisma, RICS, Associazione Italiana Confindustria Alberghi e Federalberghi Roma.
Secondo le ultime stime, il valore del patrimonio immobiliare alberghiero ammonta a 116,3 miliardi di euro, -1,5% rispetto al periodo pre pandemico.
Nel dettaglio, l’impatto maggiore ha interessato le strutture ricettive 3 stelle sia pur in misura non determinante. L’emergenza ha rappresentato l’occasione per la ristrutturazione e riconversione di molte strutture appartenenti a tale categoria in hotel a 4, e in alcuni casi a 5, stelle.
I valori relativi agli hotel di lusso, invece, sono rimasti stabili rispetto al periodo pre-Covid, in alcuni casi sono stati osservati perfino degli incrementi, grazie alla domanda costante e al pregio degli immobili.
Dal Rapporto emerge che il segmento città registra un valore pari a 36 miliardi di euro, in piena stabilità rispetto al periodo pre pandemia.
Per quanto riguarda la Top 10 delle città è Roma, con un patrimonio immobiliare alberghiero di ca 12,8 miliardi di euro, a posizionarsi al primo posto. Segue Milano con un patrimonio immobiliare stimato di circa 7 miliardi di euro, Venezia con circa 6 miliardi di euro e Firenze con circa 3,4 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le nuove aperture, l’interesse nel comparto alberghiero italiano resta molto alto. La strategia adottata dagli investitori è quella di approfittare di questo periodo di transizione per ristrutturare e rinnovare le strutture esistenti e creare nuovi prodotti. Al momento sono in corso 819 attività di ristrutturazione e nuova costruzione, di cui il 65% sarà ultimato entro la fine del 2022. Di queste attività il 71% è costituita da attività di nuova costruzione.
Tra le nuove aperture previste per l’anno prossimo, è interessante citare il Bulgari Hotel Roma.
Gli operatori alberghieri ed extra-alberghieri mostrano una visione ottimistica dell’andamento degli arrivi nelle strutture, prevedendo non solo un numero di ospiti pari a quello del 2019 ma addirittura un superamento dello stesso, soprattutto guardando agli ospiti internazionali. A questo si accompagna la previsione di un aumento della permanenza media. Convinzione presente soprattutto tra gli operatori delle strutture extra-alberghieri e animata dalle nuove abitudini di smart working svolto anche nelle località turistiche.
Alla visione degli operatori viene affiancata quella dei turisti stranieri (UK e USA), che mostrano forte la voglia di tornare a viaggiare – in particolare verso hotel di lusso (37%), hotel a 3 stelle (25% turisti UK, 16% turisti USA) e case e appartamenti in affitto (15% UK e 14% USA).
Nel Rapporto viene dato spazio anche alla tematica dell’ESG, tendenza di grande spicco nel comparto hospitality. In termini di efficientamento energetico, il settore alberghiero presenta molte possibilità di crescita. Nonostante ciò, come emerge da una recente survey circa il 35% degli operatori alberghieri e il 33% degli operatori extra-alberghieri intervistati non ha mai migliorato la propria classe energetica o effettuato interventi atti a ridurre lo spreco energetico.