I volumi complessivi delle domande si contraggono del 22,4%, valore che continua a risentire del fenomeno surroghe.
Incremento del 28% della rata rispetto ai minimi di metà 2022, la rata media passa da 616 euro a 865 euro.
Aumento dell’indebitamento complessivo delle famiglie del 24% in poco più di un semestre.
I primi 6 mesi dell’anno sono stati caratterizzati da una profonda cautela per quanto riguarda il credito alle famiglie, e anche la domanda dei mutui immobiliari ha subito un contraccolpo, derivato principalmente dall’innalzamento dei tassi interesse.
Infatti, tra le principali evidenze emerse dall’analisi del Barometro Mutui di CRIF, si rileva che nel I semestre 2023 le richieste dei mutui hanno fatto segnare una contrazione del 22,4% rispetto al corrispondente periodo del 2022; valore che continua a essere influenzato dal fenomeno delle surroghe. Queste ultime hanno subito una flessione del 30,8%, mentre i nuovi mutui erogati si sono contratti del 21,6%. Anche se guardiamo solo al mese di giugno, si conferma il trend negativo della domanda con una frenata del -11,6%.
Andamento del numero di richieste di nuovi mutui e surroghe
A causa dell’aumento dei costi dei mutui a tasso variabile, collegato all’incremento dei tassi, a marzo 2023 la rata è aumentata mediamente del 28% rispetto ai minimi di metà 2022, con un picco del +40% per i mutui di più recente erogazione, dove la rata media passa da 616 Euro a 865 Euro. L’impatto è oggi ancora più significativo considerando gli ulteriori incrementi dei tassi di maggio (+0,75%) e giugno (+0,25%).
Andamento rata media dei mutui a tasso variabile erogati negli ultimi 5 anni con base gennaio 2022 = 100
Per il 65% dei mutui in bonis (cioè senza rate scadute e non pagate), l’aumento dei tassi ha comportato un aumento del montante. Per i mutui più recenti, questo ha determinato un significativo aumento dell’indebitamento complessivo delle famiglie del 24% in poco più di un semestre, pari a circa 34mila Euro per contratto.
Gli effetti di un’inflazione persistente sui bilanci delle famiglie, in presenza di tassi d’interesse più elevati porteranno, dopo anni in cui il livello di rischio era stato molto contenuto, a un peggioramento dei tassi di default.
Importi, durata e fasce di età
Per quanto riguarda la distribuzione per fascia di importo, nel I semestre del 2023 le richieste di mutuo per importi compresi tra 100.000 e 150.000 euro restano ancora la soluzione preferita dalle famiglie italiane, con circa il 30% del totale; percentuale in linea con il corrispondente periodo del 2022. Al secondo posto, con il 25,9%, rimane la classe di importo tra 150.000 e 300.000 euro.
Per quanto riguarda la classe di età vediamo che le fasce 25-34 e 35-44 anni rappresentano una fetta del 61,3% della richiesta, cui segue quella di chi ha 45-54 anni che rappresenta il 23,4%.