Nell’indagine condotta dalla BANCA D’ITALIA presso 1.269 agenti immobiliari dal 13 gennaio al 10 febbraio 2021, la quota di agenzie che ha venduto almeno un immobile nel quarto trimestre è nuovamente salita, attestandosi quasi sui valori di un anno prima.
La maggior parte degli operatori riferisce una sostanziale stabilità dei prezzi rispetto alla precedente rilevazione, un terzo del campione segnala quotazioni in diminuzione. Si conferma l’indicazione secondo cui, dopo lo scoppio della pandemia, sarebbe aumentata la dimensione media delle abitazioni oggetto di compravendita.
Sulle condizioni della domanda e sull’andamento dei nuovi incarichi a vendere sono peggiorati.
Sono rimasti stabili, ma a fronte di un lieve incremento dello sconto medio sul prezzo richiesto dal venditore.
Sono migliorate, sia sul proprio mercato di riferimento sia su quello nazionale, pur rimanendo in entrambi i casi prevalenti le attese negative.
La maggior parte degli agenti prevede effetti negativi dell’epidemia sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita; per poco meno di un terzo del campione tali effetti si protrarrebbero fino alla metà del 2022.
La quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è tornata a salire, al 73,8 per cento (dal 71,5; tavola), riportandosi sui valori dell’estate del 2019. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è appena diminuito, al 76,7 per cento (tavola e fig. 5).
Sono nuovamente emerse indicazioni di una riduzione degli affitti medi nelle aree urbane e metropolitane: la quota di operatori che segnala una riduzione dei canoni di locazione è lievemente salita rispetto ai giudizi sul terzo trimestre, al 48,7 nelle aree urbane (13,6 nella rilevazione di un anno fa).
Fuori dalle grandi città, invece, i giudizi sui canoni sono rimasti sostanzialmente stabili. Il saldo tra prospettive di aumento e di diminuzione dei prezzi di affitto nel primo trimestre del 2021 resta ampiamente negativo, risentendo delle attese ancora particolarmente negative nei centri urbani (-36,2 punti percentuali), solo in lieve recupero rispetto all’indagine precedente.