Su Diario Nuovi Appalti, l’articolo con il resoconto di Giorgio Santilli sulla due giorni di Vicenza. Di seguito, il pezzo (disponibile per gli abbonati, anche on line: https://diarionuoviappalti.it/boccaccio-serve-subito-il-correttivo-al-codice-degli-appalti-salvini-ce-lo-ha-promesso-le-proposte-e-le-idee-di-ance/) e il passaggio sull’intervento del Presidente Ance Roma – ACER e delegato dalla Presidenza Ance, Antonio Ciucci.
[…] Quattro i temi fondamentali della questione per le imprese: il mercato, l’illecito professionale, la fase dell’esecuzione e la revisione prezzi. «Se vogliamo davvero evitare di trovare sempre la stessa impresa in tutti i cantieri – ha detto Ciucci senza troppi giri di parole – dobbiamo consentire a un certo numero di imprese di crescere e dobbiamo creare le condizioni favorevoli perché questo accada. Questo è un disegno industriale. Ma le imprese crescono nel mercato e se il mercato è segmentato e chiuso dal codice degli appalti, le imprese non potranno crescere. Quindi apriamo il mercato, che oggi è chiuso per il 50-60%, negli appalti sotto-soglia e nei settori esclusi: introduciamo la concorrenza». Per Ciucci una conferma viene dal dato ANAC (pubblicato dal Diario dei nuovi appalti) che registra 186 appalti nei settori speciali per un importo di 4 miliardi di euro affidati con procedura negoziata senza previa informativa. Un importo medio di 21 milioni di euro che va ben oltre la soglia europea e dimostra che anche nel mercato delle medie e grandi opere ci sono pesantissime “segmentazioni” che frenano la concorrenza.Ciucci tocca anche l’illecito professionale e spiega che un RUP non ha la cultura, la preparazione e le informazioni necessarie per emettere sentenze in luogo di un giudice per dover decidere se escludere o meno un’impresa. Sulla revisione prezzi, si limita a dire che «c’è ma non funziona», salvo replicare a Griglio – che lamentava l’assenza di competenze all’ISTAT oggi per fare rapidamente una proposta sui nuovi indici – che «se non ci sono risorse, si trovino, anche con strumenti straordinari che in questo momento abbiamo, perché è proprio questo il momento in cui l’ISTAT deve fare un buon lavoro e non si può rinviare perché l’ISTAT non ha competenze».