Il Rapporto Regionale PMI 2021, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, analizza le performance economico-finanziarie delle circa 160 mila società di capitale italiane.
Il Nord è l’area con il numero maggiore di PMI, che registrano comunque una presenza diffusa in tutto il territorio nazionale con 33 mila società nel Centro e 32 mila nel Mezzogiorno.
In base alle stime, un numero molto consistente di PMI (28 mila, pari al 17,9%) ha subito nel 2020 un calo dei ricavi superiore al 20% (il 17,7% considerando la distribuzione del fatturato).
Il Centro risulta l’area geografica con la quota maggiore di imprese operanti nei settori più colpiti dal Covid.
In media, il fatturato delle PMI è atteso in calo del 10,6% tra 2019 e 2020. A causa di una specializzazione produttiva caratterizzata da una maggiore esposizione allo shock Covid, gli effetti della pandemia risultano più severi tra le PMI del Centro Italia, con un calo dei ricavi pari all’11,6%.
Il sistema delle PMI sembra finora aver sostanzialmente tenuto, soprattutto per via del massiccio impiego di misure emergenziali adottate dal Governo, che hanno mitigato lo shock della pandemia sulle PMI.
L’impatto sull’occupazione è molto vicino a quello stimato dall’Istat, con una perdita di posti di lavoro per il complesso delle imprese italiane (non solo le PMI, ma anche micro e grandi imprese), tra dicembre 2019 e la fine del 2021, di circa 1,3 milioni di unità, pari all’8,2% del totale dei 16 milioni di addetti nelle imprese prima dell’emergenza, la gran parte dei quali impiegati nel settore dei servizi
La probabile uscita dal mercato di un numero rilevante di imprese e il ridimensionamento del giro d’affari di molte altre, avranno inevitabili ripercussioni anche sul livello degli investimenti. Secondo le stime, infatti, le società italiane potrebbero perdere, a causa del Covid, 43 miliardi di euro di capitale nel biennio 2020-2021 (-4,8% rispetto ai circa 900 miliardi complessivi di fine 2019).
Vanno nella giusta direzione alcune misure introdotte con il DL Sostegni-bis: la proroga della moratoria di legge per le PMI, la conferma dell’intervento rafforzato del Fondo di Garanzia per le PMI e della “Garanzia Italia” di SACE, l’allungamento dei tempi di restituzione del rimborso dei debiti di emergenza del 2020 dai 6 anni attualmente previsti, fino a 10 anni, le garanzie del Fondo PMI a supporto delle emissioni obbligazionarie (intervento che andrà però rafforzato per abbassare la dimensione delle imprese emittenti e la taglia media delle emissioni).
Continua a mancare, tuttavia, un intervento strutturato e organico per sostenere crescita dimensionale, patrimonializzazione e rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, con particolare riguardo alle PMI e alle MidCap, anche attraverso l’accesso a mercati finanziari alternativi.