Il nuovo Codice dei contratti pubblici? “Sono preoccupato per gli effetti sul mercato e per l’interruzione del processo di riforma del settore, che a nostro avviso dovrebbe invece proseguire: la mia opinione sul tema è piuttosto netta”. A dirlo, in un’intervista rilasciata al “Consulente Immobiliare” (Il Sole 24 Ore), è Antonio Ciucci, Presidente dei costruttori romani. Per Ciucci il Codice, a un anno dalla sua entrata in vigore, è “una specie di riassunto di tutte le varie modifiche introdotte alla precedente disciplina dei contratti pubblici dopo la sua approvazione nel 2016. Grandissime novità, lo devo dire onestamente, non ne vedo“. Il Presidente di Ance Roma – ACER mette in luce le criticità del testo, che ostacolano l’attuazione dei principi enunciati proprio all’inizio del Codice stesso: risultato, buona fede, fiducia. Tra i limiti del Codice, la possibilità per le pubbliche amministrazioni di utilizzare procedure negoziate fino alla soglia comunitaria: “Una disposizione sulla quale ci siamo espressi, negativamente, perché riteniamo che non si debba avere paura della concorrenza e che occorra, quindi, tutelare il mercato attraverso il ricorso a procedure aperte con inversione procedimentale, le quali siamo convinti possano comunque garantire gli obiettivi di velocizzazione perseguiti dal sistema”. “A Roma – aggiunge il Presidente in un altro passaggio dell’intervista – stiamo facendo un percorso, anche insieme al Campidoglio, volto a favorire la procedura aperta con inversione procedimentale”.
Problematiche anche le questioni attinenti ai settori speciali e ai prezzi, su cui è in atto un lavoro di revisione al MIT; Ciucci auspica che gli interventi correttivi non tardino ad arrivare, per far sì che le opere possano essere realizzate rapidamente e bene. Sul tema dei ritardi, il Presidente manifesta timori per l’attuazione del Pnrr: “Per le nuove opere un ritardo c’è ed è dovuto alle progettazioni: abbiamo dovuto fare i progetti e i cantieri stanno partendo adesso“. Anche sul fronte Giubileo si registrano ritardi ma il giudizio di Ciucci resta positivo: “Ritengo che si stia facendo abbastanza bene, non sono preoccupato: anche la decisione di coinvolgere altre amministrazioni, come l’Anas ad esempio, a nostro avviso è corretta”. Nonostante ciò, sottolinea, “occorre che la Capitale persegua un orizzonte di lungo termine, ma perché ciò avvenga non si può più prescindere dal tema dei poteri, che è fondamentale”.
Correttivo appalti e Giubileo, ecco perché l’Italia deve fare presto e bene