È “indispensabile e doveroso” far ripartire il lavoro edile nei cantieri dal 4 maggio, in vista della seconda fase dell’emergenza sanitaria, poiché “ogni giorno perso rischia di diventare 3-4 giorni di allungamento per la ripartenza”.
Così Nicolò Rebecchini, presidente dei costruttori edili di Roma e provincia, in un’intervista ad “Agenzia Nova” fa il punto sulla ripartenza anche per il settore edile.
Per dare uno slancio alle piccole e medie imprese del settore edile “servono dei veri contributi per il mantenimento dei contratti in essere” a partire da misure per favorire il pagamento “dei tanti crediti, sia pubblici che privati, che le imprese attendono” continua Rebecchini. Le forme di sostegno previste a oggi dal decreto per la liquidità alle imprese “non sono sufficienti, gli imprenditori faticano ad arrivarci e, quando ci arriveranno, il rischio è che sia tardi”. Per Rebecchini bisogna sia “far pagare i tanti crediti, sia pubblici che privati, che le imprese attendono”, sia pensare a forme di sostegno fiscale. “Ad esempio – prosegue il presidente di Ance Roma Acer – l’anticipazione che le imprese fanno sull’Iva ammonta a 2,5 miliardi su tutto il territorio nazionale, a livello locale, tra Roma e provincia, la quota si assesta almeno sul 10 per cento del totale” e “sospendere queste anticipazioni sarebbe già un vantaggio per le piccole e medie imprese”.