L’occupazione e le prospettive per il settore edile a Roma: sono i temi affrontati dal Presidente Ance Roma – ACER, Antonio Ciucci, al XX Congresso della Cisl Roma Capitale e Rieti. Intervenendo nel corso della tavola rotonda “Roma città eterna – il Giubileo delle Persone e della Partecipazione”, il Presidente ha evidenziato: “Oggi la nostra Cassa Edile conta più di 9mila imprese, per oltre 40mila addetti. Vogliamo mantenere questi livelli di occupazione ma per farlo servono investimenti pubblici e privati”. Ciucci ha proseguito ricordando che “il nostro settore sta vivendo un bel momento, iniziato con la stagione dei bonus edilizi. Il superbonus, che è stato un volano, è cessato ma il sistema continua a reggere perché sono entrati gli investimenti di Giubileo e Pnrr. Su questi, dopo un iniziale periodo di inerzia e difficoltà sui cantieri, l’Osservatorio sulle opere Pnrr e Giubileo, che come Ance Roma – ACER abbiamo istituito, registra oggi un avanzamento dei lavori che supera il 70 per cento”.
Auspicando che “tutti i fondi vengano spesi e le opere vengano realizzate bene e in sicurezza”, Ciucci guarda alle prospettive future, quando i programmi di Giubileo e Pnrr saranno terminati: “Roma è una città molto attrattiva da tutti i punti di vista. Non dimentichiamo che il comparto edile ha vissuto per molti anni di urbanistica e che oggi siamo di fronte a un tema cruciale da affrontare: quello della casa”. “Le case – ha rimarcato Ciucci – oggi servono anche a una fascia di popolazione che prima non aveva problemi ad accedervi. Da una parte c’è stato un aumento del costo delle costruzioni, dovuto alle tensioni internazionali, dall’altro un generale impoverimento del ceto medio”. Come restituire potere d’acquisto a questa fascia di popolazione? “Dobbiamo capire – conclude Ciucci – dove trovare risorse per alleggerire la pressione fiscale, per creare reddito per i lavoratori. Con i sindacati, su questo tema, abbiamo un dialogo che però non può che arrivare fino a un certo punto, oltre il quale abbiamo le mani legate e necessitiamo di un intervento legislativo dello Stato”.