Intervenuta al convegno “Le nuove frontiere della rigenerazione urbana” – organizzato dall’Ordine degli Architetti – la Vicepresidente all’Edilizia Privata Ance Roma – ACER, Benedetta Bonifati, ha fatto il punto sulle realtà romana: “Sostanzialmente gli unici interventi di rigenerazione attivi sul nostro territorio sono quelli finanziati dal pubblico anche attraverso i fondi del PNRR, come quelli di Tor Bella Monaca e di Cardinal Capranica. Solo pochi interventi, generalmente ubicati nelle parti centrali della città sono riusciti a decollare, come l’Hotel Bulgari a Piazza Augusto Imperatore, l’Hotel Mandarin a Via Boncompagni, il recente sblocco di Palazzo Marini ed il recupero del Centro Direzionale Alitalia. Stentano a decollare anche le iniziative “miste” pubblico-privato come quelle della ex Fiera di Roma o di Guido Reni, di cui si discute da anni. Più in generale stiamo ancora aspettando iniziative del Comune sulle potenzialità rigenerative offerte dalla legge regionale 7/2017 rispetto all’attivazione dei programmi e ambiti di rigenerazione“.
“In assenza di nuovi strumenti di rigenerazione urbana su ampia scala per i quali è necessaria l’iniziativa pubblica – aggiunge la Vicepresidente – il privato può limitarsi all’iniziativa di sostituzione edilizia in intervento diretto che appartiene alla categoria degli interventi rigenerativi in quanto si sostituisce un patrimonio vetusto e spesso degradato con un patrimonio edilizio più efficiente sia dal punto di vista tecnico (energetico e antisismico) che funzionale. Ora però si stanno verificando delle difficoltà anche riguardo a quest’ultima tipologia di intervento che, tra l’altro, richiama investimenti di media dimensione e quindi è un mercato tipico della piccola e media impresa. Per gli interventi diretti di sostituzione edilizia, le difficoltà interpretative, che incidono sulla propensione all’investimento, salvo qualche “temerario” investitore, stanno bloccando un segmento che avrebbe potuto offrire, anche se non in tutte le zone della città per gli evidenziati problemi di sostenibilità economica, un supporto alla modernizzazione del patrimonio esistente. L’imprenditore chiede solo un quadro normativo e regolamentare certo, che gli consenta di valutare e pianificare gli investimenti. Uno scenario che oggi non esiste”.
In conclusione, dice Bonifati, “la tanto auspicata rigenerazione urbana, anche in un’ottica di non consumo di suolo e di sostenibilità energetica, per non considerare il mero ammodernamento del patrimonio per far fronte alle nuove esigenze dell’abitare, non decolla, nonostante se ne parli da 26 anni e siano stati presentati oltre 70 disegni di legge“. L’invito, aggiunge la Vicepresidente dei costruttori romani, è a “fare presto”, rimediando al grave ritardo accumulato.
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