L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal pubblicano congiuntamente la Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione relativa al primo trimestre 2020.
SINTESI
Nel primo trimestre 2020 l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) subisce una eccezionale diminuzione sia sotto il profilo congiunturale (-6,9%) sia su base annua (-6,4%), come conseguenza della riduzione delle ore lavorate a seguito del sopraggiungere dell’emergenza sanitaria a partire dall’ultima settimana di febbraio.
L’andamento del quadro occupazionale si è sviluppato in una fase di forte flessione dei livelli di attività economica, con il Pil che nell’ultimo trimestre segna una diminuzione congiunturale di -5,3%.
L’occupazione risulta in lieve calo rispetto al trimestre precedente e in aumento su base annua; il tasso di occupazione destagionalizzato è pari al 58,8%, in calo di 0,2 punti in confronto al trimestre precedente.
Nel primo trimestre 2020 i lavoratori dipendenti scendono da +392 mila al 1° gennaio 2020 a +189 mila al 31 marzo. Per quanto riguarda le differenze tra i dati dei primi tre mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, dopo una sostanziale stabilità delle posizioni nei primi due mesi dell’anno 2020, la curva indica la progressiva perdita di posizioni lavorative a inizio marzo fino a circa 220 mila posizioni in meno in confronto alla dinamica dei flussi dei primi tre mesi del 2019.
L’emergenza sanitaria ha interessato con intensità differenti i vari settori. Le contrazioni hanno riguardato l’industria (-63 mila posizioni) e soprattutto i servizi (-169 mila posizioni). In controtendenza, con un andamento positivo per tutto il periodo considerato, è il settore dell’agricoltura (al 31 marzo il saldo è di oltre 10 mila posizioni in più).
È il comparto dell’alloggio e ristorazione a far registrare la perdita più significativa di posizioni (-99 mila posizioni) così come anche nell’ambito delle costruzioni (-21 mila).
NOTA INTEGRALE