LO STATO DI SALUTE DELLE PMI PRIMA DELLA CRISI
Le PMI italiane, secondo il Rapporto CERVED PMI 2020 arrivano di fronte all’emergenza sanitaria avendo recuperato soltanto parzialmente i livelli dei conti economici pre-crisi. Tuttavia tutti gli indici di sostenibilità finanziaria hanno fatto osservare un forte miglioramento, che rende il sistema economico meno vulnerabile rispetto alle due crisi precedenti
In base ai dati, soltanto nel 2019 i ricavi reali delle PMI hanno colmato il gap con il 2007 (+2,0%), mentre la redditività lorda è ancora stagnante con un margine operativo bloccato sugli stessi livelli del 2013. Più rapido è stato invece il processo di patrimonializzazione che ha contribuito a rafforzare come mai prima la sostenibilità dell’indebitamento delle PMI.
L’IMPATTO DEL COVID SUI BILANCI DELLE PMI
Nel complesso, per il 2020 si prevede che le PMI italiane registrino una riduzione dei fatturati nell’ordine dell’11%. Di fronte all’emergenza e ai mancati ricavi, le imprese ridurranno i costi operativi, ma questo non basterà a evitare una nuova caduta della redditività lorda, attesa in contrazione del 19%.
L’emergenza Covid ha avuto impatti molto diversi sui bilanci dei settori: le conseguenze decisamente più pesanti sono per le costruzioni, per le quali la quota di imprese in area di rischio (21,7%) risulta più che raddoppiata e ritorna su livelli analoghi a quelli del 2014, mentre quella di imprese sicure, risulta quasi azzerata (3,9% nel 2020).
OCCUPAZIONE
Anche sull’occupazione gli impatti maggiori sono attesi nelle costruzioni, che nel corso del 2021 potrebbero ridurre il numero di addetti del 10,7% rispetto ai valori del 2019 (-94 mila unità). In uno scenario più severo, la perdita potrebbe arrivare a 128 mila (-14,5%). Nel Centro le simulazioni indicano una perdita potenziale di 167 mila lavoratori nello scenario base e di 237 mila in quello più severo, pari a un calo dell’8% e dell’11,3% rispetto agli occupati di fine 2019. Le Marche risultano la regione più colpita, con una perdita del 8,9% nello scenario base (12,2% in quello severo), seguite dall’Umbria con l’8,3% (11,6%), Lazio con il 7,5%.
GLI EFFETTI SUI MANCATI PAGAMENTI
I mancati pagamenti, ovvero il valore delle fatture non pagate su quelle in scadenza o scadute, sono aumentati vertiginosamente sfiorando il 45% a maggio e superando addirittura il 70% per le 20 mila imprese per cui è prevista una contrazione dei ricavi superiore al 25%.
IL RISCHIO DI CREDITO DELLE PMI ITALIANE
Le costruzioni si confermano il settore a più elevato rischio: prima della doppia crisi del 2008-2012 presentavano tassi di rischiosità poco superiori al totale economia. Dal 2007 fino al 2014, i tassi di ingresso a sofferenza delle costruzioni crescono molto più della media. Dal 2017 le sofferenze iniziano a scendere, pur rimanendo più elevate della media. Per il Covid il tasso di sofferenza tornerà a superare il 6% nel 2021, per ridursi leggermente nel 2022 a livelli comunque storicamente elevati, ben più alti degli altri macrosettori analizzati.
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